sabato 17 dicembre 2011

Buon Natale e Sereno Anno Nuovo




*
Il
TAB
Augura a Tutti

Un Buon Natale,

un Sereno Anno Nuovo
Ma soprattutto tanto, ma tanto, ma tanto, ma tanto,

Buon Vento
a Tutti
!
!
!
!!!







Sezione Vela
Luca 3664131599 
Guido 3357216358


mercoledì 14 dicembre 2011

Commenti semiseri alla "tassa di stazionamento"



Vediamo esattamente qual è il testo che riguarda questa famigerata tassa, riprendo da Fare Vela:
http://www.farevela.net/2011/12/05/torna-la-tassa-di-stazionamento-approvata-in-manovra-economica-preoccupazione-nella-nautica-italiana/

Posto qui di seguito un simpatico commento postato da Luca Villani sulla mailing-list di Velista:

Andiamo per ordine, il testo e un po' di commenti, anche se prima scrivo la mia impressione, e cioè chi l'ha scritta conosce *bene* il settore nautico:

3. (imbarcazioni) Dal 1° maggio 2012 le unità da diporto che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa annuale di stazionamento, calcolata per ogni giorno, o frazione di esso, nelle misure di seguito indicate:
a) euro 5 per le unità con scafo da 10,01 a 12 metri;
b) euro 8 per le unità con scafo da 12,01 a 14 metri;
c) euro 10 per le unità con scafo da 14,01 a 17 metri;
d) euro 30 per le unità con scafo da 17,01 a 24 metri;
e) euro 90 per le unità con scafo da 24,01 a 34 metri;
f) euro 207 per le unità con scafo da 34,01 a 44 metri;
g) euro 372 per le unità con scafo da 44,01 a 54 metri;
h) euro 521 per le unità con scafo da 54,01 a 64 metri;
i) euro 703 per le unità con scafo superiore a 64 metri.

Se hai una automobile ci paghi delle tasse, se hai una casa ci paghi
delle tasse, se hai un terreno ci paghi delle tasse, ecc...
Se hai una barca, ora ci paghi delle tasse, sporco evasore.



E come diceva la mitica Giusy, nota mondana ferrarese, "più ce l'hai lungo più paghi". Si inizia da 10 metri (di meno non si paga), si paga se si è in acque italiane, sia in navigazione che all'ancora che in porto.
Si, anche al gavitello 
Si, anche nelle acque interne, non ci provare, ci abbiamo già pensato.


4. La tassa di cui al comma 3 è ridotta alla metà per le unità con scafo di lunghezza fino ad 12 metri utilizzate
esclusivamente dai proprietari residenti, come propri ordinari mezzi di locomozione, nei comuni ubicati nelle isole minori e della Laguna di Venezia, nonché per le unità a vela con motore ausiliario.
Se la barca è a vela oppure se è a motore *e* è più corta di 12 metri *e* serve davvero ma serve davvero (se abiti in Laguna Veneta, o sulle isole minori, ecc...) allora paghi solo la metà.
Ma non è il tuo caso, tu devi pagare.

5. Gli importi indicati nel commi 3 e quelli conseguenti al comma 4 sono ridotti del 15, del 30 e del 45 per cento rispettivamente dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione dell’unità da diporto. Tali periodi decorrono dal primo gennaio dell’anno successivo a quello di costruzione.
Più la tua barca è vecchia, meno paghi. Barbone.


6. La tassa di cui al comma 3 non si applica alle unità di proprietà o in uso allo Stato e ad altri enti pubblici, a
quelle obbligatorie di salvataggio, ai battelli di servizio, purché questi rechino l’indicazione dell’unità da diporto al cui servizio sono posti, nonché alle unità di cui al medesimo comma 4 che si trovino in un’area di rimessaggio e per i giorni di effettiva permanenza in rimessaggio.
Alcune esenzioni, fra le quali le barche in rimessaggio a terra *dimostrabile* con fattura, e tanti saluti al nero dei rimessaggi a terra, sporco evasore, tu e il gestore del rimessaggio, due piccioni con una fava, questo comma ci è venuto particolarmente bene.
Ripeto, trema, evasore.




7. Sono esenti dalla tassa di cui al comma 3 le unità da diporto possedute ed utilizzate da enti ed associazioni di volontariato esclusivamente ai fini di assistenza sanitaria e pronto soccorso.
Altre esenzioni, legate all'ambiente medico.
No, se dipingi una croce rossa sulla fiancata non vale, *tu* devi pagare.


8. Ai fini dell’applicazione delle disposizioni di cui ai commi 3 e 4 la lunghezza è misurata secondo le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666 per la misurazione dei natanti e delle imbarcazioni da diporto.
Niente manini o dichiarazioni strane, la barca si misura secondo una precisa norma ISO.
Falsario oltre che evasore, lo sapevamo, abbiamo scritto appositamente il comma 8 così non ci provi neppure e ti salviamo l'anima.
Abbiamo detto anima, non portafoglio.



9. Sono tenuti al pagamento della tassa di cui al comma 3 i proprietari, gli usufruttuari, gli acquirenti con patto di riservato dominio o gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono stabilite le modalità ed i termini di pagamento della tassa, di comunicazione dei dati identificativi dell’unità da diporto e delle informazioni necessarie all’attività di controllo. I pagamenti sono eseguiti anche con moneta elettronica senza oneri a carico del bilancio dello Stato. Il gettito della tassa di cui al comma 1 affluisce all’entrata del bilancio dello Stato 
Hai una barca con un leasing?
Paghi tu, non la finanziaria.
Hai l'usufrutto di una barca?
Paghi sempre tu.
Insomma, paghi.Vanno bene anche carta di credito, bancomat, bonifici, ecc..., la soglia massima di 1000 Euro per i pagamenti in contanti l'abbiamo messa noi, non siamo così stupidi...



10. La ricevuta di pagamento, anche elettronica, della tassa di cui al comma 3 è esibita dal comandante dell’unità da diporto all’Agenzia delle Dogane ovvero all’impianto di distribuzione di carburante, per l’annotazione nei registri di carico-scarico ed i controlli a posteriori, al fine di ottenere l’uso agevolato del carburante per lo stazionamento o la navigazione.
Vuoi pagare meno il carburante, quando si può? Devi dimostrare di aver pagato la tassa di stazionamento.
Altrimenti lo paghi per intero, che se hai una barca a vela anche anche, ma se ce l'hai a motore sono bei salassi per te e maggiori accise per noi.


11. Le Capitanerie di porto, le forze preposte alla tutela della sicurezza e alla vigilanza in mare, nonché le altre forze preposte alla pubblica sicurezza o gli altri organi di polizia giudiziaria e tributaria vigilano sul corretto assolvimento degli obblighi derivanti dal presente articolo ed elevano, in caso di violazione, apposito processo verbale di constatazione che trasmettono alla direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate competente per territorio, in relazione al luogo della commissione della violazione, per l’accertamento delle stesse. 
Per l’accertamento, la riscossione e il contenzioso si applicano le disposizioni in materia di imposte sui redditi;
per l’irrogazione delle sanzioni si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, esclusa la definizione ivi prevista. 
Le violazioni possono essere definite entro sessanta giorni dalla elevazione del processo verbale di constatazione mediante il pagamento dell’ imposta e  della sanzione minima ridotta al cinquanta per cento. Le
controversie concernenti l’imposta di cui al comma 1 sono devolute alla giurisdizione delle commissioni tributarie ai sensi del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.
Non credere che solo la Guardia Costiera possa controllare, e non credere neppure che i controlli siano fatti solo in mare, dacci retta, prima o poi ti becchiamo quindi ti conviene pagare.


12. Per l’omesso, ritardato o parziale versamento dell’imposta si applica una sanzione amministrativa tributaria dal 200 al 300 per cento dell’importo non versato, oltre all’importo della tassa dovuta.
E se ti becchiamo, paghi il triplo o il quadruplo di quello che dovevi pagare.


Ora, ribadisco: secondo me questo testo è stato scritto da qualcuno che conosce *bene* il settore, e non è neppure tanto penalizzante, effettivamente barche al di sotto dei 10 metri non pagano nulla, oltre i
10 metri c'è una certa gradualità.
Ovviamente non viene fatta distinzione fra un Moody o un Bavaria di pari lunghezza, probabilmente diventava troppo complicato farlo, già ci sono casini immani sulle rendite catastali per gli immobili figuriamoci se ci
si doveva infilare nella definizione di un valore commerciale di una barca usata a scopo tassazione...

Ora facciamo l'esempio di un bel First 36.7 del 2003.

E` lungo 10.98 metri quindi scaglione a) del comma 3 ossia 5 Euro al giorno, diminuiti del 50% perché imbarcazione a vela come da comma 4 ossia 2,5 Euro al giorno, diminuiti del 15% perché sono passati 5 anni
dalla data di costruzione come da comma 5, alla fine sono 2,125 Euro al giorno per un totale di 775,625 Euro annui. Arrotondiamo per eccesso, via, facciamo 776 Euro all'anno.
Capisco che pagare rompe sempre le balle, però non è la mazzata che si ipotizzava.



In definitiva, piccolo è bello, e ricordatevi che fino a non tanti anni fa, un 33 piedi era la barca "grande" con la quale si andava in crociera in Egeo, nel regno del meltemi.
E con la quale inglesi e francesi facevano il giro del mondo.


Che ne pensate?
Il mio primo commento è che per fortuna siamo Velisti e "Natantisti" stiamo sotto i 10 metri e per questa volta l'abbiamo scampata bella!!!



martedì 29 novembre 2011

Cerimoniale x cambiare il nome di una barca

Non so se a qualcuno sia capitato mai di dover cambiare il nome della propria barca o ci stia magari pensando da tempo ma non osa procedere per non sfidare la cattiva sorte
Cambiare nome ad una barca non è una cosa da prendere alla leggera! 
I marinai di tutti i tempi hanno sempre saputo che le barche più sfortunate sono quelle che, sfidando gli Dei, hanno cambiato i loro nomi. 
Per la verità esistono delle procedure che se seguite correttamente ci permettono di cambiare il nome senza suscitare le ire degli Dei che governano gli elementi della natura. 
Ripeto, però, le procedure devono essere eseguite in maniera precisa e corretta altrimenti non ci sono garanzie che l’esito sarà favorevole. La procedura che vi propongo è stata inviata via e-mail ad un mio amico dal Capt. Pat e viene ancora oggi praticata nei mari caraibici. 


Per coloro che non sono proprio a loro agio con la lingua inglese il mio amico l'ha tradotta nella maniera più fedele possibile.


Secondo la leggenda il nome di ogni vascello viene iscritto nel Registro delle Profondità tenuto personalmente da Poseidone.
Logicamente, perciò, se si vuole cambiare nome alla propria barca è necessario cancellare il nome dal Registro delle Profondità e dalla memoria di Poseidone.
Ciò comporta un processo che inizia rimuovendo ogni traccia che richiama il nome corrente.
Questo è essenziale e deve essere fatto in maniera scrupolosa.
Capt. Pat racconta che un suo amico due settimane dopo la conclusione della cerimonia del cambio di nome scoprì di essersi dimenticato di distruggere il portachiavi su cui ancora a malapena si leggeva il vecchio nome. Cap.Pat gli suggerì di distruggere il portachiavi e di ripetere la cerimonia. Sfortunatamente non seguì il consiglio del Capitano.
Poco dopo la barca fu colpita da un fulmine, ebbe un motore rovinato dall’infiltrazione dell’acqua del mare e infine a seguito di una collisione la barca affondò. Come si vede è buona regola seguire le procedure in maniera scrupolosa!

Nella procedura di rimozione del vecchio nome si possono usare molti mezzi ( acidi, carte abrasive, etc.), l’importante è che il vecchio nome per qualsiasi ragione non riemerga.
E’ importante ricordarsi di non portare a bordo per nessuna ragione fino a quando tutte le procedure di rimozione e di cambio di nome siano state terminate oggetti che rechino il nuovo nome.



Una volta che siete sicuri di aver cancellato ogni referenza al vecchio nome potete preparare una targa di metallo con il vecchio nome scritto sopra con inchiostro solubile in acqua.
Avrete bisogno anche di una bottiglia magnum di Champagne di buona marca. il mio amico ha chiesto a Capt. Pat se in sostituzione si poteva usare del buon spumante italiano che, come si sa, in alcuni casi è anche meglio dello Champagne.
Purtroppo sembra che lo spumante non vada bene e in questi casi nessuno si vuole prendere dei rischi!
Poiché si tratta di un rito di buon auspicio, si devono invitare gli amici a partecipare e a fare da testimoni alla cerimonia di cancellazione e cambio di nome.






Si inizia invocando il Signore dei Mari come segue:

"O grande e potente Signore dei Mari e degli Oceani, al quale tutti i vascelli e coloro che si avventurano nel tuo vasto dominio devono rendere omaggio, imploriamo la tua grandezza per cancellare il nome (qui si cita il vecchio nome del vascello) che ha cessato di essere un entità del tuo regno. Come prova ti inviamo questa targa con il suo nome che sarà tramite i tuoi poteri per sempre cancellata dal mare. ( A questo punto la targa di metallo precedentemente preparate viene gettata in mare da prua). Come apprezzamento della tua dispensa, munificenza ed in onore della tua grandezza, ti offriamo queste libagioni ( A questo punto versate una generosa quantità di champagne nel mare da Est ad Ovest, la parte rimanente sarà passata agli ospiti)"

In questo modo si è conclusa la cerimonia relativa alla cancellazione del nome.
Normalmente si passa subito alla cerimonia che attribuisce il nuovo nome.
Questa però se necessario potrebbe anche essere condotta qualche tempo dopo.
Per la nuova cerimonia dovremo avere a disposizione altro Champagne.
Molto di più visto che ci saranno più Dei da omaggiare. Capt. Pat raccomanda di non essere mai avari nel dispensare lo Champagne agli Dei e anche agli amici!

Si inizia la cerimonia di nuovo invocando Poseidone:

O potente Signore dei Mari e degli Oceani, al quale tutti i vascelli e coloro che si avventurano nel tuo vasto dominio devono rendere omaggio, invochiamo la tua grazia ad accettare nei tuoi registri questo prezioso vascello da adesso e per sempre conosciuto come ( a questo punto citate il nuovo nome prescelto), proteggendolo con il tuo braccio potente e con il tridente e assicurandogli sicuri e rapidi viaggi nel tuo vasto reame.Come apprezzamento della tua dispensa, munificenza ed in onore della tua grandezza, ti offriamo queste libagioni” ( a questo punto si versa una generosa quantità di champagne nel mare da Ovest ad Est).

Il prossimo passaggio cerimoniale consiste nell’apprezzare gli Dei dei venti. Questo vi assicurerà giusto vento e mari tranquilli nei tempi avvenire. Poiché i quattro venti sono fratelli li possiamo invocare tutti alla stesso tempo; è importante comunque che ciascuno venga nominato e riceva la sua giusta libagione.



Si comincia in questo modo:

O potenti Signori dei Venti, per mezzo dei quali i nostri vascelli attraversano il selvaggio ed incurante profondo, vi imploriamo di dare a questo prezioso vascello (si cita il nuovo nome della barca) i benefici ed i piaceri della vostra bontà nella misura ai noi più congeniale. (Guardando Nord e versando in mare una giusta dose di libagione) Grande Borea , comandante del Vento del Nord, mettici a disposizione i tuoi poteri per finalizzare i nostri sforzi, offrendoci con parsimonia le schiaccianti sferzate del tuo gelido fiato. (Guardando Ovest, ripetendo il rito) Grande Zefiro, comandante del Vento dell’Ovest, mettici a disposizione i tuoi poteri per finalizzare i nostri sforzi, offrendoci con parsimonia le schiaccianti sferzate del tuo selvaggio fiato. (Guardando Est, ripetendo il rito) Grande Euro, mettici a disposizione i tuoi poteri, offrendoci con parsimonia le schiaccianti sferzate del tuo potente fiato. (Guardando Sud, ripetendo il rito). Grande Noto, comandante del Vento del Sud, mettici a disposizione i tuoi poteri per finalizzare i nostri sforzi, offrendoci con parsimonia le schiaccianti sferzate del tuo caldo fiato.” Il rimanente Champagne sarà diviso tra i partecipanti alla cerimonia.

Una volta terminata la cerimonia potrete portare a bordo tutti gli oggetti che vorrete recanti il nuovo nome del vostro vascello. Nel caso avete deciso di applicare il nuovo nome sullo specchio di poppa prima della cerimonia, deve essere immediatamente coperto dopo l’applicazione e messo in mostra non appena la cerimonia è terminata.


Se qualcuno lo esegue, mi raccomando, ci faccia sapere :-)





giovedì 24 novembre 2011

Documenti da tenere a bordo di un Natante



La licenza di navigazione e gli altri documenti indicati di seguito, quando si naviga in acque internazionali devono essere tenuti a bordo in originale. Nelle navigazioni fra i porti nazionali, tuttavia, possono essere conservati in fotocopia autenticata. L’autenticazione dei documenti può essere effettuata dai funzionari addetti della pubblica amministrazione, da un ufficio marittimo o della Motorizzazione civile.
Con la copia della denuncia di furto o di smarrimento o di distruzione dei documenti, insieme al certificato d’assicurazione, è possibile navigare nei porti nazionali per 30 giorni a condizione che il certificato di sicurezza sia in corso di validità.


Natanti
• un documento d’identità
• assicurazione “Rc”: obbligatoria per tutti i motori (il contrassegno deve essere esposto in modo visibile);
• certificato Rtf (se è presente un apparecchio Vhf);
• licenza d’esercizio Rtf (se è presente un apparecchio Vhf o altro apparecchio ricetrasmittente (Epirb, Ssb, etc.).
• dichiarazione di potenza del motore o certificato d’uso del motore (se presente un fuoribordo o un entrobordo).







martedì 8 novembre 2011

Superstizioni e credenze dei velisti


E' ormai noto che chi va' per mare è superstizioso; la storia della marineria è da sempre intrisa di riti scaramantici ancora oggi diffusi.
Esorcismi, stregonerie,rituali pagani e religiosi erano e sono il pane quotidiano di capitani e marinai sempre attenti a non sfidare le regole della fortuna e ingraziarsi, con riti propiziatori, la benevolenza degli elementi naturali.


Vediamone alcuni:



IL CAMBIO DEL NOME DELLA BARCA
Cambiare il nome a una barca porta male, perché una barca possiede un'anima come le persone, e come le persone viene immediatamente riconosciuta attraverso il suo nome.
Al marinaio esperto, il nome di una barca ne richiama immediatamente pregi e difetti, quindi cambiarle il nome equivale a ingannare i marinai, che non hanno più un immediato riscontro del fatto che quella barca ha, magari, rischiato di colare a picco più volte.
E allora come si fa a togliere la sfortuna se fosse veramente necessario
cambiarle nome? Ci sono alcuni rimedi:



  • prima di procedere alla sostituzione del nome alla barca, far sturare una bottiglia di vino rosso da una vergine e farne aspergere il contenuto sulla prora;
  • cancellare il vecchio nome, lasciando la braca quanto più tempo senza, magari sfruttando la pausa invernale del rimessaggio, con la speranza che "lei" dimentichi e non si accorga del nuovo;
  • far rotta in modo tale da tagliare la stessa per sette volte;
  • sostituire un bullone dalla chiglia;
  • conservare il vecchio nome sottocoperta, sistemandolo sul controdritto di prora;
  • Collocare una moneta sotto l'albero maestro. E qui, riemerge l'antica pratica propiziatoria gia' in uso presso gli antichi romani. Attenzione però: se l'albero è in alluminio, la moneta dovra' essere isolata elettricamente.

I Francesi, concordano, sebbene ammettano una significativa eccezione: solo il 15 agosto è possibile dare un nuovo nome alla propria barca, seguendo però scrupolosamente un rigoroso rituale. La barca ribattezzata deve veleggiare di bolina, compiendo una serie di brevi virate, disegnando così un percorso a zigzag. Poi deve poggiare e scendere in poppa piena. Il motivo di un simile rituale? Il percorso rappresenta un serpente che si mangia la coda! Ovviamente è d’obbligo aggiungere la benedizione del prete. Guai a lui, però, se mette un piede sulla barca!





IL VARO DELLA BARCA
L’odierna cerimonia del varo, innocua ed incruenta, è ancora carica di superstizioni. Molti velisti si sentirebbero male se la bottiglia non si infrangesse sulla prua al primo colpo ...


IL COLORE VERDE
I colori. In Italia una barca verde è portatrice di cattiva sorte. All’inizio il divieto riguardava l’abbigliamento. Mai indossare abiti verdi, forse perché il verde non si distingue dall’acqua di mare. Successivamente il divieto si è esteso al colore della barca. I “credenti” adducono l’esempio del Gatorade, quasi affondato nell’Oceano Australe, e tutti gli spi verdi di Paul Cayard esplosi a vantaggio di Prada. 
Alcuni Americani ritengono che barca rossa non sia fortunata, forse pensando a Liberty che interruppe la “striscia” di vittorie più lunga del mondo dello sport.


... e poi, quante altre ne esistono?
chi ne conosce qualcuna si faccia avanti...


lunedì 24 ottobre 2011

Un Magnum 21 a Marina di Montalto?

Udite udite,
probabilmente la prossima stagione a Montalto presso il circolo velico del TAB arriverà un nuovo socio con un imbarcazione d'eccezione:
Un Magnum 21.




Il Magnum 21 è stato progettato per navigare in mare anche con venti sostenuti, senza mai perdere la sua eccezionale manovrabilità, per trasportare fino a 6 passeggeri comodamente ed è, soprattutto, per sua concezione strutturale, inaffondabile. Queste principali caratteristiche fanno del Magnum 21 un prodotto unico che unisce in modo armonioso tutte le esigenze che si richiedono ad una barca di alto livello: bellezza, prestazioni, praticità e sicurezza.

Il trimarano di nuova generazione che concilia le prestazioni sportive con la comodità.
Facilmente trasportabile, il Magnum risolve i problemi che affliggono le imbarcazioni più classiche, quali le difficoltà di ormeggio o di messa in acqua, offrendovi l'inestimabile libertà di veleggiare a vostro piacimento in qualsiasi zona d'acqua.
Con oltre 350 unità in circolazione a tutt'oggi, il Magnum rappresenta già una piccola flotta nel suo genere.

Costruito in vetroresina ISO, è praticamente inaffondabile data l'alta galleggiabilità dei suoi tre scafi, quello centrale, con pozzetto ed ampi spazi di manovra, e quelli laterali uniti al centrale con due teli.
La sua deriva mobile permette il trasporto su carrello ed il posteggio anche a riva.
Tutte le attrezzature sono in acciaio inossidabile.
Sia il modello standard che il modello Sport sono forniti di bompresso e possono essere attrezzate con fiocco, Genova (o Gennaker) e Spin asimmetrico contemporaneamente.

Lunghezza: 6.30 m.
Larghezza: 4.08 m. (1.65 m. su strada)
Peso: 300 kg.
Albero: 8.90 m.
Velatura in dacron: mq. 20 totali

Categoria di costruzione: "C", che permette la navigazione dalla VI alla IV categoria.
Omologato INAFFONDABILE per 6 persone
Architetti: Guy Saillard e Noel Louvet
Cantiere costruttore: Virusboats Francia (www.virusboats.com)
Distributore per l'Italia: "VELE VOLANTI" di Stefano Scossa


Qualche foto del Magnum 21:


Non sarebbe davvero niente male vederlo veleggiare davanti a  Montalto o magari farci un uscita... :-) .




Sezione Vela

lunedì 17 ottobre 2011

La Scuola Vela del TAB torna ad Ostia

Anche quest' anno l’attività della Scuola Vela in autunno si sposta ad Ostia.


 Dal 15 ottobre tutti i Sabato mattina uscite a Vela con cabinati.

Dopo la sessione estiva a Marina di Montalto sui nostri minicabinati,
continua l’attività autunnale della Scuola Vela a bordo dei cabinati "Patrizia" Bavaria 42 e  "Iside" Beneteau Clipper 430.  


Tutti i sabato mattina (condizioni meteo/marine permettendo) si uscirà dalle 9,30 alle 13 in gruppi da 3 ad 8 persone.
In base alle proprie competenze, i soci potranno cimentarsi nella conduzione della barca o semplicemente godersi un’uscita in mare in compagnia dei nostri istruttori.

  • Il costo per socio ad uscita è di 45 Euro. 
  • 10 Euro di sconto per ogni socio nuovo presentato. 
  • Dopo 6 uscite una è gratis.


Appuntamento per i nostri Soci ed amici al porto di Ostia.

Ci divertiremo insieme alternandoci ai ruoli e assaporando insieme il sogno di una prossima crociera  a vela.

Consulta il calendario delle attività Vela
Buon Vento A tutti
Contatto Telefonico per prenotazione:
Luca 366.4131599



Sezione Vela

domenica 16 ottobre 2011

Domenica mattina al porto di Roma









































Domenica al porto di Roma.

In uscita dal porto "Patrizia" il Bavaria 42 per una prova gennaker con 13 nodi di tramontana, in attesa dell aprima prova del campionato invernale.



Al pontile "Iside" Beneteau Clipper 430 che sonnecchia al molo in attesa di una veleggiata in mare.



Buon vento a tutti,




Vi aspettimo per le prossime uscite




Team vela Minicabinati e Cabinati TAB




lunedì 10 ottobre 2011

Aury rientra a terra per il rimessaggio invernale










E si ,

Aury ha bisogno di un po di coccole, lavaggio tappezzeria , pulizia cabina, rimessaggio invernale motore, antivegetativa e qualche lavoretto per rendrela operativa per la primavera.


Qualche foto dell'alaggio.


Ciao, Vi apettiamo per le uscite al Porto di Roma, ad Ostia, ci sono i Cabinati.


Team Vela Minicabinati Cabinati TAB